
Una "Giornata Nazionale del Braille" è stata celebrata a Palermo il 28 febbraio e a Gela.
I due convegni si sono tenuti rispettivamente presso il Palazzo dei Normanni (Palermo) e presso la sede del Liceo scientifico di Gela.
La Giornata nazionale del Braille è una ricorrenza istituita con la legge n. 126 del 3 agosto 2007, quale momento di sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti, in coincidenza con la Giornata mondiale della difesa dell’identità linguistica promossa dall’Unesco (l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura). Infatti, questo sistema consente ai ciechi di accedere al patrimonio culturale scritto dell'umanità.
Diversi sono stati i rappresentanti del mondo istituzionale che hanno relazionato sull'importanza che il sistema Braille riveste nella vita delle persone non vedenti e di quanti sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle loro vicende.
Tra gli interventi sul tema anche quello della nostra Dirigente Dott.ssa Concetta Mongelli che ha relazionato sull'importanza e sull'efficacia del Braille nella società odierna.
Si riporta di seguito l'intero intervento:
"Come dice Vito Piazza in " Per chi suona la Campanella" rifacendosi ad una famosissima frase di Don Milani, tutti i gruppi, le organizzazioni, la scuola devono essere COMUNITA' INTEGRANTI.
La nostra Costituzione e' basata su principi solidaristici, sull' I CARE, cioè mi interessa e non sul non me ne importa niente.
Infatti una scuola che accoglie un cieco o ipovedente accoglie una sfida perché non vuole solo essere integrante ma vorrebbe diventare una scuola inclusiva.
Con l'istituzione della Giornata de Braille si è voluto creare un "momento di SENSIBILIZZAZIONE dell'opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti". La legge n. 126/07 istitutiva della giornata, come diceva Tommaso Daniele, Presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi, prevede che le scuole e i media debbano promuovere il sistema di scrittura e lettura Braille al fine di creare e sviluppare POLITICHE pubbliche e COMPORTAMENTI privati che allarghino la possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura a alla informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.
Appunto Daniele diceva che " Il Braille è l'unico sistema inventato da un cieco per i ciechi e Louis Braille è considerato un genio ed anche un precursore dell'informatica". Il sistema di scrittura e lettura in rilievo consente di leggere e scrivere, di comunicare, di fissare il proprio pensiero, di studiare, di lavorare . Esso risponde esattamente alla esigenza della percezione tattile: i sei punti corrispondono perfettamente ai polpastrelli. È un sistema duttile e flessibile che si adatta a tutte le discipline anche alla musica e all'informatica e alla matematica.
Anche in presenza della nuova tecnologia, il Braille risulta essere ancora l'unico sistema di lettura e di scrittura che non ha bisogno di mediazione. Il computer utilizza la barra Braille o la sintesi vocale:ottimi strumenti certamente da usare ma che non fanno gustare la lettura silenziosa.Chi legge da' al racconto o al romanzo la propria interpretazione, il proprio accento. La lettura silenziosa porta a riflettere, a pensare, ad apprendere la corretta ortografia e la visualizzazione della punteggiatura. Dice una ragazza cieca di nome Lena:" E poi........vogliamo mettere la gioia che si prova a leggere un libro accarezzati dalla brezza e con il sottofondo della voce del mare, con l'ascoltare un'opera letta dalla voce umana, benché bellissima, che non sia la propria? Anzi , l'utilizzo del computer non solo non ha contrastato il Braille ma ha dato ad esso nuovo vigore con il Braille informatico cosiddetto "labile".
Però purtroppo ancora oggi alcuni pensano che il Braille sia un sistema ghettizzante, stigmatizzante e, quindi, emargizzante. Pensano che per integrar si i ciechi debbano dismettere ogni comportamento difforme, diversificante. Per esempio molti genitori di bambini ciechi e ancor di più con ipovedenza lo considerano come un punto di arrivo che fa perdere loro la speranza, un momento che si identifica con la completa cecità del figlio.
Certo nella società in cui si prediligono e prevalgono il pregiudizio, il culto dell'efficienza, della competizione, dove sono sviliti i valori della persona umana degradata a produttore e consumatore di beni e servizi, è facile che le persone disabili nascondano la propria condizione per non provare il rifiuto e la vergogna. Ciò si concretizza nel rifiuto del Braille e del bastone bianco.
La vera emarginazione è la non cultura, l'emarginazione autentica deriva dal l'impossibilità di risolvere problemi e non già dagli strumenti che usiamo per risolverli.
Genitori ed istituzioni a volte sono infastiditi e pensano che l'integrazione sia la soluzione migliore, ma integrazione e inclusione sono due realtà diverse: INTEGRAZIONE equivale ad adattamento, INCLUSIONE invece significa partecipazione, condivisione, nel rispetto incondizionato della diversità e della integrità della persona umana. Ed in questo senso il Braille ha fatto uscire i ciechi dalla preistoria, consentendo loro di comunicare per iscritto, di partecipare alla vita culturale della società.
Il cieco non dovrebbe accontentasti dell'opzione acustica o audio perché sono un ripiego, un livello inferiore di accesso alla cultura.
E' una questione di mentalità, di scarsa conoscenza delle potenzialità delle persone cieche o ipovedenti. Un grande lavoro sta facendo in questo senso la Sezione dell'Unione Italiana Ciechi della Provincia di Caltanissetta nella persona del Presidente Alessandro Mosca e, per Gela, nella persona della referente pre l'istruzione dott.ssa Linda Legname. Noi li ringraziamo per il loro lavoro. Seguono molto da vicino le scuole, gli alunni e i genitori. Organizzano "Cene al buio"e quant'altro possa far comprendere che la cecità non è una diversità ma soltanto una normale malattia che non ghettizza affatto e che noi normali invece, a volte, siamo più diversi di loro. I ciechi o ipovedenti usano quei sensi che noi persone cosiddette normali usiamo solo al minimo. Aguzzano l'odorato, il tatto, l'udito e cosi sanno distinguere la bottiglia dell'acqua da quella del vino o versano i liquidi nel bicchiere e non sulla tavola, o, ancora, scendono e salgono le scale con disinvoltura. Insomma riescono ad avere una vita totalmente autonoma. Possiamo dire che essi sono una RISORSA per la societa' con la loro particolare sensibilita', la loro leggerezza nei movimenti, la loro capacita di suscitare categorie come la solidarietà, il supporto, l'aiuto, la pazienza: tutto in questo caso educa veramente, non a parole ma in modo esperenziale alla non indifferenza e al non efficientismo, al rispetto della persona in quanto tale, alla accettazione di tutti e di ognuno, a percepire tutti, anche se stessi, come diversi, perché ognuno portatore di ricchezze interiori e non esteriori."
Dott.ssa Concetta Mongelli
Importante diventa, dunque, sensibilizzare a tale problematiche, non solo gli adulti, ma anche i bambini e i ragazzi. A tale scopo la nostra scuola ha organizzato per i suoi piccoli alunni una visita guidata presso il Centro di tiflologia di Catania dove è stato creato un bellissimo laboratorio tattile, un bar al buio e tante altre attività adatte sia agli alunni ciechi che ai non ciechi che finalmente useranno anche gli altri sensi.
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